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IL CASTELLO DI CONVERSANO

Il Castello, il nucleo più antico dell'attuale costruzione, risale probabilmente al XII sec., ed era costituito semplicemente da quattro torri unite da alte mura. Dell'originaria pianta normanna oggi sono visibili solo la Torre Maestra ed una Torre Quadrangolare. La Torre Maestra è il tipico "Maschio" medievale, con una chiara impostazione difensiva data dalle alte e solide mura di pietra. Per accedere alla torre i soldati normanni dovevano arrampicarsi su scale di corda fino a quella monofora che oggi sembra una finestra e che si affaccia sulla Cattedrale; solo successivamente, quando la torre aveva perso il suo carattere distintamente difensivo, ci si poté permettere di costruire le attuali lubriche scale.
E' dalla sommità del maschio che possiamo ammirare lo splendido panorama che nelle prime ore dell'alba giunge sino al promontorio del Gargano e ad Ostuni. Sempre dalla cima avremo la chiara visione della cittadella medievale e dell'intera costruzione fortificata che, dopo i Normanni, fu continuata dai Brienne e dai Lussemburgo ed ingentilita dai D'Aragona. Recenti studi hanno attribuito proprio ai D'Aragona la Torre Rotonda del XV sec. , in precedenza ritenuta opera dei Lussemburgo. Ancora opera degli Aragonesi è il Bastione dodecagonale che si trova nella parte opposta: si tratta di una bella torre costruita nel XV sec., arricchita all'interno di trabocchetti di difesa e fregiata all'esterno dello stemma dei D'Aragona. Accanto al Bastione si trovava l'originario ponte levatoio che serviva a superare il fossato circostante prima che il castello, divenuto ormai una comoda e lussuosa abitazione gentilizia, venisse ornato dell'attuale ingresso monumentale fatto costruire dalla contessa Dorotea Acquaviva D'Aragona nel 1710. In questa occasione la contessa fece anche ristrutturare il cortile con l'accesso da un lato alla "cavallerizza" e, dall'altro, alle stanze dei conti.
La "cavallerizza" era la zona destinata ad accogliere le carrozze e, in particolare, i famosi cavalli bianchi razza "Conversano" che, nel 1748 Giangirolamo IV vendette all'Imperatore d'Austria. Oggi quei cavalli sono denominati "lipizzani" e spesso li ammiriamo nelle acrobazie circensi. La "cavallerizza" è arricchita dalla presenza di un affresco seicentesco raffigurante i SS. Medici, commissionato dal conte Giangirolamo II, il Guercio. Salendo le scale si accede alle stanze comitali. Se tali stanze non fossero incredibilmente nelle mani di pochi privati, potremmo ammirare l'abitazione signorile ed in particolare la magnifica camera nuziale del "Guercio" che conserva affreschi barocchi, tutti superba opera del napoletano P.Finoglio. Accanto alla camera nuziale troviamo le grandi sale che una volta costituivano i saloni delle feste dei conti. Le superbe sale, illuminate dagli alti finestroni, accoglievano le famose dieci grandi tele del Finoglio, raffiguranti scene tratte dalla "Gerusalemme Liberata" di Torquato Tasso, di eccellente fattura, a testimonianza del raffinato gusto della Corte.
Ci auguriamo che le tele ( attualmente esposte al Municipio ) tornino alla loro originale collocazione, per ridare al Castello il suo primitivo splendore.

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